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mercoledì 10 agosto 2011

martedì 5 luglio 2011

fiona, una storia di abbandono


Fiona batte bandiera maltese quando, con le ultime gocce di gasolio, l'armatore estone ordina agli undici dell'equipaggio il rifornimento al porto di Ancona. Salpati da Ravenna, restano a secco prima del gomito dorico. Rimorchiata e condotta al molo nord, Fiona non trova né carburante ad attenderla né denaro per tornare a casa. E' il 2009, l'armatore di Tallin scompare e i 72 metri da carico con i suoi russi e ucraini e estoni a bordo sono abbandonati all'ombra dell'arco di Traiano.
C'hanno messo due mesi a rimpatriare, i marittimi. Ma Fiona è ancora lì, arrugginita in un infinito fin di vita al molo nord.

martedì 17 maggio 2011

osservazione superficiale inutile

Dopo il quanto, è il caso di ricordare il dove, perché l'after day non sia il day after e i piedi restino saldamente piantati nella melma di ieri e domani.
Quindi, non per desaturarvi quel comprensibile patetico sorriso giacché non c'è un cazzo da ridere e mica da ora, ma quel dove è dove su dieci autoctoni potenziali otto sognano e/o progettano e/o sono in procinto di e/o non aspettano altro e/o rimpiangono una fuga sia alla terza che alla quindicesima tazza, e forse sono i più fortunati; uno ha il documento di viaggio in tasca e uno non gestisce più le connessioni logiche minime per collegare orrore e nuova vita come causa e soluzione del suo non riuscire nemmeno più a imprecare una delle tante vane divinità che disperate etnie hanno sovrapposto alla più squallida di substrato per non farlo schiodare dai 236mslm.

giovedì 13 gennaio 2011

quanto non mi sei mancata

Quando m'hai lasciato a piedi nei meno dodici di Asgard io non pensavo a te, quando hai preferito abbracciare un autocarro piuttosto che farti abbracciare da me io ho rinnovato la promessa di odiarti, quando ho avuto sotto al culo spazzatura giapponese e perfino giocattoli per bambini d'italica fattura mi sono trovato più a mio agio che non sopra la tua obesa scocca che se i tuoi produttori costruivano carri armati nel tuo deprecabile DNA ne porti ancora le tracce, quando ubriaco e solo e al freddo e al buio e su strade sconosciute di un luogo ostile tra vegetazione da tundra e lupi e fottutissimi cinghiali e il sole a picco solo su emisferi e meridiani opposti ai miei ho calcolato tra il passo appena mosso e il letto più chilometri di quanti ne contavo vedendo ottuplice su una mano ho preferito l'orrore al riaverti ai miei piedi.

giovedì 30 dicembre 2010

venga giano

Da 2010 a 2011 cambia un numero.
Nella logica binaria, 0 ha segno positivo e 1 negativo.
Stando alla logica, questo era un anno positivo e tra poche ore entreremo in quello negativo.
Assumendo che il sistema Booleano non abbia voglia di scherzare, se questo strazio che sta finendo lo ricorderò come migliore di quello che sta per assalirci, ho seriamente paura.
Mithra non è stato magnanimo come mi auguravo. Almeno Giano ci assista, oltre a scorrerci sotto i piedi dal monte Maggio.

sabato 18 dicembre 2010

cronache di asgard

Un'agghiacciante settimana nella città di Odino. Una sopravvivenza a fino meno dieci. Non comprenderò mai come abbiano pensato secoli fa a civilizzare orizzonti tanto ostili.

domenica 28 novembre 2010

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E' passato un millennio e vuoi farmi credere sia stato solo un anno.
Una pausa sconfinata trasportata in un movimento che d'un tratto - e in un attimo, paradossalmente - m'ha messo di fronte a un'altra vita, costata un'infinità di secondi interminabili tanti troppi quanti ce ne stanno nel millennio che s'è travestito da moto di rivoluzione terrestre per notificarmi che la precedente non produceva più effetti. Quindi c'erano tutte le buone ragioni di questo mondo per dimenticarla. Consegnare il tutto in busta chiusa all'oblio e mandare la memoria in prescrizione. Perché la fine non è importante in tutte le cose, solo in quelle che una fine la prevedono. Per tutte le altre, comprese le storie umane, l'importo è quasi sempre solo una perdita.
Trecentosessantacinque volte ventiquattro giri sul quadrante e per tre quarti di queste una sola coppia di occhi che le conta. E prega ogni frazione di quei sessanta di lasciare succedere in fretta la successiva e giura al cospetto della bellezza infranta che se mai l'automatismo degli ingranaggi entrerà a regime questa coppia di occhi saprà guardare dove i due blu si baciano e non si volterà più indietro.

sabato 13 novembre 2010

una dichiarazione di resa

Limitando il campo alla sineddoche più bella, mi chiedevo come potesse essere la vita senza il mare. La vita senza il mare m'ha risposto che, semplicemente, non è vita.