Pagine

martedì 17 maggio 2011

osservazione superficiale inutile

Dopo il quanto, è il caso di ricordare il dove, perché l'after day non sia il day after e i piedi restino saldamente piantati nella melma di ieri e domani.
Quindi, non per desaturarvi quel comprensibile patetico sorriso giacché non c'è un cazzo da ridere e mica da ora, ma quel dove è dove su dieci autoctoni potenziali otto sognano e/o progettano e/o sono in procinto di e/o non aspettano altro e/o rimpiangono una fuga sia alla terza che alla quindicesima tazza, e forse sono i più fortunati; uno ha il documento di viaggio in tasca e uno non gestisce più le connessioni logiche minime per collegare orrore e nuova vita come causa e soluzione del suo non riuscire nemmeno più a imprecare una delle tante vane divinità che disperate etnie hanno sovrapposto alla più squallida di substrato per non farlo schiodare dai 236mslm.
Quel dove dove, comunque fosse andata, sarebbe stato un insuccesso, oggi che l'essere moderato è diventato un valore, che sarebbe curioso brevettarne una definizione tanto per farci ridere anche nonciclopedia, come se in questo mezzadrile stato pontificio decentrato nessuno si fosse accorto degli ultimi 150 anni che oltre a non farci ammainare quelle vergogne tricolori mai come negli ultimi ha sfigurato tanto volto e cuore di città e cittadini come in tempo di pace non si vedeva dal tardo medioevo.
Quel dove dove non si fa distinzione tra le sponde scudocrociate alle ali del maledetto busto d'Eustachio, dove magari non è nemmeno colpa vostra - non vi sopravvaluto così tanto - ma l'unica unità e l'unico vivere di tantitroppisenontutti sono l'estenuante massacrante avvilente attesa della stanca rotazione nella speranza che sotto l'egida del meno peggio la rivoluzione terrestre si porti via in maniera rapida e indolore una dopo l'altra le sue sorelle, per trovarsi dopo sessantacinque lune invecchiati di sessantacinquemila e quasi non crederci che ieri erano solo ventiquattro ore fa.
Un lustro fa. Un'era geologica fa. E siamo ancora solo all'età della pietra.

«L'età della terra è stata stimata sui quattro miliardi di anni. Ci penso stamattina e sento il peso vertiginoso di un altro giorno da sopportare»

Nessun commento:

Posta un commento