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lunedì 2 novembre 2009

storia del mio viaggio

Sujon è maggiorenne da tre giorni. Sujon è bengalese, ma da cinque mesi vive in Italia. Sojon è partito un anno fa dal Bangladesh per venire in Europa, per fuggire da una situazione di povertà e instabilità e da un futuro incerto. Ha attraversato India, Pakistan, Iran, Turchia e Grecia in condizioni disumane in mano di mercenari di uomini senza scrupoli. Ha visto la morte in faccia e compagni di viaggio morire attorno a lui, ha sofferto fame e sete e fatiche inimmaginabili per noi occidentali. Un viaggio della speranza come tanti altri, un destino comune a centinaia di immigrati che vedono nell'Europa - e nell'Italia - la salvezza. Quell'Italia che oggi, a seguito del pacchetto sicurezza dello scorso agosto, concede a un diciottenne immigrato un permesso di soggiorno in attesa di occupazione solo se con almeno tre anni di formazione italiana alle spalle. Altrimenti “ingresso e soggiorno illegale nello Stato”, reato punito con l'ammenda da 5mila a 10mila euro. Quindi l'espulsione. Una storia come se ne sentono spesso, quella di Sujon. Una storia comune a chissà quanti degli oltre 4 milioni di immigrati in Italia. Una storia, però che colpisce per la dolcezza e la forza interiore del ragazzo che l'ha raccontata. Sì, perché in meno di cinque mesi Sujon ha imparato la lingua italiana e ha scritto - di proprio pugno, in un alfabeto e una lingua imparati in così poco - la sua storia. Il suo viaggio. In questa pagina il testo integrale scritto da Sujon. Testo originale, con gli errori - pochi, pochissimi per uno che sta in Italia da cinque mesi - e le domande lasciati sul foglio da questo bengalese coraggioso.

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